in c'est la vie, Genitori e figli

Mamme freelance: un vantaggio?

  • 10 Settembre 2015
  • By elise
  • 2 Comments
Mamme freelance: un vantaggio?

Mamma tu mi mancavi tanto perché sei sempre al lavoro“. Già è vero. E come far capire ad una bambina di tre anni che la mamma è al lavoro pure essendo anche a casa?

 

Ah puoi lavorare da casa allora? Che fortuna“. Sicuri?

Da una parte sì, e non mi lamento. Anzì, non cambierei il mio quotidiano e mi sento fortunata a poterlo fare.

Dall’altro, lavorare da casa significa imporre a sé stessi dei ritmi ferrei e un’organizzazione orchestrata e pensata al millimetro.

Facile, basta un po’ di organizzazione“. No, non direi. O quantomeno non lo è per me.

Oggi farò outing: organizzazione è una delle parole che mi terrorizza di più. Pianificare, elencare, ordinare, sono tutti verbi estranei al mio piccolo lessico personale che si vuole invece creativo (sì questa è la solita scusa dei disordinati cronici).

Io sono al lavoro quando mi alzo al mattino. Sono al lavoro quando bevo il caffè. Sono al lavoro quando prendo la metro. Sono al lavoro quando scolo la pasta (sono al lavoro quando mi brucio il pancione con l’acqua bollente mannaggia). Sono al lavoro ogni volta che ho il cellulare a portata di mano. Sono al lavoro quando vesto Poussinou e quando scegliamo le sue scarpe.

Sono in riunione quando sono in bagno (una volta tanto… E come si lavora lì, non si lavora da nessuna parte!).

Il mio lavoro me lo sono scelto io. Non sempre è facile e richiede sacrifici. Ma ogni piccola vittoria so di doverla a me stessa. Ho scelto di seguire le mie passioni. Ho scelto di  cercare di credere nei miei sogni e di fare in modo che potessero realizzarsi (sì, mi sto ancora allenando eh, ecco perché non ho ancora una Chanel 2.55 alla spalla).

Poi però ho dovuto fare i conti con la realtà una volta diventata mamma. Proprio perchè il “tesoro stasera torno tardi arranggiati tu per mangiare” non funziona con i bambini under 12 (spero che a 12 anni possano farsi un piatto di pasta da soli, dai…)

Fare questa vita può regalarti è vero, grandi privileggi. Quello di scegliere i propri orari, di potere esserci quasi sempre, di potere andare a prendere tuo figlio a scuola. Ti permette di conoscere persone nuove ogni giorno, di scoprire posti di cui avresti potuto negare l’esistenza per sempre. Di arricchirti molto sul piano culturale, personale e umano.

Questo non senza qualche piccolo sacrificio, e con una sana organizzazione.

Ogni anno lo dico. Ogni volta lo ripeto. Quest’anno però presto diventeranno due. Quest’anno però Poussinou dovrà imparare a condividere. A scuola e a casa. Dovrà imparare a dividere la sua camera, la sua mamma e il suo papà.

Quest’anno Poussinou diventerà grande per davvero e tutti noi dobbiamo essere pronti (perchè l’ansia da primo giorno di scuola è molto più nella testa delle mamme che in quella dei bambini).

Quest’anno non ho più scuse e qui faccio la promessa di imparare questa strana cosa chiamata pianificazione ed organizzazione.

Quest’anno continuerò a preservare “il nostro rituale”, mio e di Poussinou. Quello della lettura della buonanotte, tutte e due nel letto. Un momento solo nostro, che inizia con le favole e finisce con piccole chiacchiere tra “donne” e grandi coccole.

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Un rituale che si conclude sempre con un “je t’aime“, che ora pronunciamo anche allo stesso momento.

Quest’anno ne creerò un altro. Con lui. E non vedo l’ora.

Quest’anno lo prometto, ogni tanto lascerò lo smartphone nel cassetto.

Quest’estate abbiamo scelto casa nostra, casa mia. La Francia. Laddove il mio piano tariffario prevede il roaming internazionale. Abbiamo scelto di spegnere i telefoni e concederci solo piccoli momenti di Wi-Fi.

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E sapete una cosa? E’ stato niente male per davvero.

 

Intanto però, sarò anche ancora indecisa sulle tutine da dover portare… ma il power bank e i vari caricatori, loro, sono già stati inseriti nella famosa borsadellospedale.

Sia mai che l’iPhone mi abbandoni sul più bello.

 

 

By elise, 10 Settembre 2015
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