in Educazione, Senza categoria

Questo non è un post divertente. Per niente.

  • 16 Giugno 2014
  • By elise
  • 2 Comments

Avrei potuto scegliere un titolo diverso. Un titolo che mostrasse davvero come mi sento oggi. Purtroppo manco a questo riesco. Ora non voglio neanche preoccuparmi di come scrivo. Oggi non voglio neanche sforzarmi di pensare “alla forma”. Ora voglio solo sfogarmi. Sarà perchè non riesco a pensare ad altro da stamattina. Sarà perchè ho un enorme bisogno di esorcizzare questa cosa. Di tirare fuori in qualche modo le parole da me e lasciarle li. Magari non rileggerle neanche. Come per dire. Ecco. L’ho detto. Ora è tutto fuori. Tenetevi tutto voi. Io non voglio pensarci più. Sarà perchè ormai sono quasi due anni che faccio fatica a vedermi un telegiornale. E meno male. Sarà perchè da quasi due anni vivo nel “fantastico mondo di Peppa Pig” dove il problema più grave è trovare una pozzanghera di fango nella quale saltare. Che bello. Alla fine mi rimangio tutte le parole dette. Mi piace proprio questa Peppa. Fossero questi i nostri problemi.

Purtroppo c’è Facebook a riportarmi nella realtà. Facebook e gli altri vari social network. Con quelli ci lavoro pure. Difficilmente posso evitarli.

Si dice (e l’ho detto tante volte pure io) che con la maternità i sentimenti diventano più forti. Le emozioni più vivide. La sensibilità sale alle stelle. La mià già le sfiorava prima. Ora non vi dico. Ci sono certi film, certe serie, certe scene che già mi censuro da sola. Perchè ora non riesco a reggerle emotivamente. Peccato che la vita vera, la cronaca,  quella non possa evitarla. Non è manco una soluzione quella di vivere con le fette di prosciutto sugli occhi mi direte voi. Forse. Forse avete ragione. Ma a me piace il prosciutto.

Sta di fatto che chiunque, mamma o non mamma, uomo, donna, papà, nonna, bambino … non dovrebbe di prima mattina leggere della tragedia di un uomo a malapena trentunenne che stermina la famiglia sgozzando moglie e bambini prima di vedersi una partita di calcio.

Sarà che stiamo tutti impazzendo pian piano? Non lo so. Non lo voglio sapere. E soprattutto nn voglio più leggerlo.

Da questa mattina non riesco a pensare a null’altro che a questi due bambini. Non so nemmeno, o forse non ricordo, forse l’ho volutamente rimosso, se erano maschietti o femmine. Magari entrambi. Ricordo solo vagamente la loro età.

E mi viene solo da piangere. A malapena riesco a lavorare. Non riesco a pensare ad altro.

I bambini non si toccano.

I bambini dovrebbero solo guardare cartoni animati ed emozionarsi davanti ad una fatina colorata, un orsacchiotto che parla … nascondere la propria commozione per la sigla di quel loro cartone preferito, e quegli occhietti brillanti e lucidi dietro due manine cicciottose.

I bambini dovrebbero lasciare andare l’immaginazione facendosi leggere una favoletta ogni giorno.

I bambini dovrebbero scoprire nuovi profumi e sapori ogni giorno. Quello della fragola. Della pesca, il profumo della crema solare. Del mare. Del bombolone alla crema. Il profumo della loro bambolina preferita. Quella che sa di vaniglia. E poi tuffarsi dentro quel profumo rassicurante di quel pupazzo preferito. Quello che sa di tutto. Di detersivo, di saliva, di profumo di mamma e di casa.

I bambini dovrebber ridere. Ridere, E ridere ancora fino ad avere male alle costole.

I bambini dovrebbero potere sognare tutto, immaginare animaletti tra le nuvole, immaginare tutto ciò che per loro è possibile.

I mabini dovrebbero potere credere che tutto è possibile

I bambini dovrebbero alzarsi al mattino sorridendo e cantando. Dovrebbero potere affrontare la vita, il mondo, pensando che tutto è possibile. Abbracciare il mondo pensando appartenga a loro.

I bambini dovrebbero essere felici. Vivendo circondati d’amore. Amore tradotto nell’abbraccio di mamma e papà, nei sorrisi, nell’affetto dei parenti.

I bambini dovrebbero avere tutto questo e ancora molto di più.

I bambini dovrebbero rimanere innocenti e continuare a crescere con quella fiducia infinità verso chi vogliono bene.

Nessun bambino al mondo merita di vedere arrivare il proprio papà con un coltello sporco di sangue.

Non riesco a pensare ad altro. Non riesco a stare meglio.

Appena arrivata a a casa, ho acceso il computer per lavorare. Ho acceso la tv, come faccio sempre, perchè amo lavorare con la tv in sottofondo. La tv si accende su Rai Yoyo. Non riesco a cambiare canale. Per la prima volta quel mondo colorato e quella voce stridente e snervante di Peppa mi appare rassicurante.

Qualcuno mi manda un link. Stupidamente lo apro. “Ecco il profilo Facebook di quello che ha sterminato la famiglia”. Curiosità malata. Una torta di compleanno. “Felice compleanno per i tuoi 4 anni amore mio”. O una frase simile. Non ricordo nemmeno e non voglio ricordare. Ho chiuso quella pagina e non la voglio mai più aprire.

Vorrei solo andare da mia figlia e abbracciarla forte. Vorrei anche suo papà ora adesso. Vorrei che ci abbracciassimo tutti prima di giocare in giardino. Vorrei dimenticare tutto e fare finta non sia mai successo. Sicuramente sì, non è nemmeno giusto fare finta di nulla. Ma comunque vada sarà compito di qualcun altro fare in modo che tutto questo non cada nel nulla. Fare in modo che quest’uomo (uomo?) paga il prezzo giusto. Se mai esiste un giusto prezzo da pagare per un orrore simile.

Questo, perchè vorrei che i nostri figli potessero crescere in un mondo migliore. E la cosa peggiore di tutte, è che questa mia frase purtroppo, è dannatamente e tragicamente banale.

 

… non ho voglia di mettere nessun tag ne categoria. questo non è il solito post divertente sulla mia vita. questo è solo uno sfogo. per un momento volevo allegare un’immagine. magari quella dei giochi della bambina. ma poi no. non voglio che il mondo tutto rosa del mio Poussinou sia abbinato a tutta questa brutta storia.

ora non so neanche se tutto questo papiro mi farà stare meglio. ma comunque dovevo tirarlo fuori. Sicuramente ci saranno refusi e francesismi (quelli veri) vari. Ma non importa. non voglio nemmeno rileggere. ho scritto di getto e cosi rimarrà.

By elise, 16 Giugno 2014
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