in Genitori e figli

September wish list

  • 31 Agosto 2017
  • By elise
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Finita la pacchia. Da domani si fa sul serio e sarà meglio non farsi cogliere impreparati. Settembre è importante. Settembre è l’inizio di tutto. Settembre è la (ri)nascita. Pure la mia, che cade il 28 settembre. Perciò questa non sarà solo la banale lista di buoni propositi per l’anno a venire, ma anche la mia wish list di compleanno. Chi vuole intendere intenda.

 

Forse oggi non è il giorno migliore per scrivere e parlare di buoni propositi e di voglia di ricominciare. Eppure tutto sembrava così limpido e facile, sdraiata al sole in riva al mare. Tutto sembrava così elettrizzante in una camera fresca, sul letto di un albergo, cullata dal rumore delle onde.

Oggi invece tra la montagna di panni da lavare e quella da stirare, tra le mail che mi attendono su tre caselle distinte e le risposte da dare, tra il pranzo e la cena da preparare, tra i vari impegni che si accumulano sulla lista e le chiamate incessanti “mammaaaa è finita la carta”, “ho perso un dentino” (di nuovo?), tra i pianti da asciugare “mamma ho mangiato il dentino, la fatina non lo troverà mai” e quelli da interpretare “te, te, te, teeeeeeeeeee” (qui “te” significa “tienti”, “prendi”, “molla”, “sete”, “prendimi in braccio”, “vai a quel paese”) e le richieste alle quali dare una risposta “perché non siamo andati in vacanza sulla barriera corallina?”, “perché non avete scelto un hotel cinque stelle? Io ho cinque anni, cinque stelle no?”, “mi trovi la borsa rosa?” “te, te, tetete teeeeeeeeee” ammetto che tutta l’energia positiva dei giorni scorsi, quella voglia di spaccare il mondo mi sembra già esaurita. Prosciugata. Svanita.

Sembrava così facile. Mi ero promessa di tenere duro ma nonostante tutto anche la sveglia delle cinque non mi permette di portare a termine tutti gli obiettivi prefissati, al termine di una giornata con i bambini. Ma siccome sono di natura positiva, ho scelto di godermi quest’istante di leggera brezza che penetra pure la zanzariera, di ignorare la vicina logorroica che sento parlare manco fosse proprio lì, sul divano dietro alle mie spalle e cercherò quindi, di vedere soltanto il bicchiere mezzo pieno.

Quello che voglio quest’anno:

Andare via. Svuotare la mente di tutti gli scarabocchi per riempiri di colori e di paesaggi. Queste le mete che ho deciso (e spero) di visitare: Le Bassin d’Arcachon (come lo sapete la costa Atlantica mi è molto cara e vorrei riuscire a dividere questo mio amore con Lui, sperando che ne sia conquistato quanto me) magari chi lo sa per le prossime vacanze, anche se lui sta già pensando a tornare negli USA. Milano Marittima anche solo per un week end. Andarci solo per un giorno e mezzo è stato fin troppo poco. E poco importa se non ci sarà più la movida estiva, poco importa se non potremo fare il bagno… io voglio solo mangiare una piadina in riva al mare. Sicilia. Per tanti motivi, la Sicilia ce l’ho nel cuore ed è da tempo che spero di tornarci con Lui e i bambini soprattutto per portare Sophia al “mare rosa” dell’Isola Lunga nei pressi di Marsala. Parigi. Magari sotto Natale. Per tuffarmi nei ricordi. Quelli di quando ero bambina anch’io, e spendevamo almeno una domenica di dicembre a meravigliarci davanti le vetrine animate natalizie dei grandi magazzini.

 

Prendere le distanze. Non sono mai stata un’amante dei “clan” già fin da bambina. Figuriamoci ora. Spesso è molto facile lasciarsi coinvolgere dai vari gruppi specialmente sui social. Facile lasciarsi prendere dai social. Lasciarsi andare pure. Ultimamente sono stufa di frecciatine buttate (apparentemente) al vento. Di finta ironia. Di battute sagaci e simpatie per interesse. Il lavoro è il lavoro. Le strategie sono strategie. La vita, quella vera, è un altra. Pochi ma buoni? Una filosofia di vita.

 

Pensare a me. Tagliare i capelli. Rifare il guardaroba. Iniziare a correre. Cucinare meno ma meglio. Bere meno caffè (no quello non riesco). Comprare meglio. Scegliere bio (no, non è nemmeno una pubblicità). Spegnere il cellulare. Imparare a dire no. Ma farlo per davvero. Imparare a chiedere e qualche volta pure a pretendere. Prendere delle decisioni. chiudere con qualcuno, aprire nuovi orizzonti. Diventare egoista, per poter al meglio essere altruista.

 

Riprendere la macchina fotografica. Un nuovo obbiettivo. Ritagliarmi tempo e silenzio per lavorarci meglio.

Trovare del rabarbaro. E fare la marmellata.

Approfondire quella cosa chiamata decluttering. E buttare ancora e ancora.

Degli stivali. Stivaletti.

Un caban. Blu dai bottoni dorati.

Un cappotto color cammello. Un BEL cappotto color cammello.

Comprare meglio (di nuovo) e riflettere ad ogni acquisto (un motivo ci sarà se le uniche cose che ho salvato senza esitazioni sono i “vecchi” vestiti che appartenevano a mia mamma begli anni ’90… la qualità quella vera, quella che si pagà, dà grandi soddisfazioni)

Riuscire a far sopravvivere i fiori. Piantarne in giardino.

Coccolare la mia casa e trovare quelle benedette mensole.

Cercare di rompere quei dannati piatti colorati, e comprarne di nuovi, bianchi e color pastello.

Altri ciondoli sul bracciale Dodo. Le nostre iniziali e qualche simbolo speciale.

Un mazzo di fiori. Un mazzo di rose. Tante rose. Rose.

Un’idea precisa di quel prossimo tatuaggio.

Farlo. Sul serio.

Scrivere. Di più. Ancora di più.

Insegnare a Jules ad ascoltare una favola della buonanotte senza strapparmi il libro dalle mani.

Insegnare a Sophia ad essere più spigliata. “Amore non devi essere timida, non devi avere paura! – Ma Mamma… tu non me lo hai mai insegnato!”

Uscire più spesso a due o da sola.

Pianificare il futuro. Con qualche progetto speciale. Pianificare per bene avendo cura di lasciare grandi spazi bianchi per le sorprese e l’inatteso.

 

 

 

By elise, 31 Agosto 2017
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Colleziono borse, a mano o sotto gli occhi. Le marinière sono la mia Madeleine de Proust e il tulle una filosofia di vita!
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