Come diventare principessa

C ‘è una tenera età, prima di scoprire “come va la vita” in cui i sogni non hanno confini. Un’età in cui ancora è  concesso sognare ad occhi aperti. Un’età in cui gli occhi brillano allo stesso modo in cui più tardi brucerà il fegato. C’è un’età in cui prima ancora di voler “fare la maestra”, la parucchiera, la  veterinaria… ancora si pensa di poter sul serio diventare principesse.

In realtà ci sarebbero due strade:

– La prima? Sposare il principino George. E che sarà mai? Trasferiamo subito Poussinou nella scuola montessoriana del piccolo erede. Chissà che tra un furto di cubo di legno e l’altro scatti l’amore?

– La seconda? Diplomarsi. Sì, sì, diplomarsi alla Reale Accademia. Proprio come la Principessa Sofia.

E noi ci abbiamo provato.

Prima di tutto abbiamo scelto accuratamente l’outfit più adatto alla situazione. Chic ma passe-partout. Principesco ma elegante. Regale ma non esagerato. Un abito di cotone  con dettaglio in tulle sulla sottogonna, e fiocco applicato sulla schiena. Un incanto. (Di questo abito Malvi & Co vi parlerò meglio molto presto perché merita davvero). Sulle spalle un coprispalla in lana e cashmere blu notte. Ai piedi, causa pioggia,  niente ballerine ma le nostre GEOSC (Geox ndr.) a stelle brillanti.

Boccoli sciolti, in libera uscita, un prezioso  cerchietto.

Per superare l’esame ci siamo presentati all’evento dedicato e organizzato da Disney Junior presso il Chateau Monfort nel centro di Milano.

In mezzo a tanti palloncini (potrete comprare centinaia di  costosi giochi ai vostri figli… preferiranno comunque giocare con i palloncini gonfiabili.  Mamme: facciamocene una ragione) si sono svolte le  numerosi attività.

Tanti giochi, musica, dolci luci violette (Sofia oblige), magici incantesimi, disegni e trucco a tema hanno ritmato la giornata.

Step 1: il corso di portamento. Una piccola principessa si deve di “tenere il passo”. Su con la schiena, giù con  le spalle… mi sembra di sentire la mia docente di danza classica. Qualche libri in testa e via.

Step 2: la corona. Saperla portare non è dato a tutti. Noi ci siamo abituate benissimo. Talmente bene che da quel giorno la corona deve troneggiare su ogni acconciatura realizzata per la giornata alla scuola materna (dannazione!)

Step 3: il ballo. Lasciarsi andare. Lasciarsi guidare. Girare e girare tanto da finire per ridere a squarciagola.

Perché anche le principesse ridono. Sì. Le principesse ridono. Le principesse superano prove, facili e difficili. Le principesse imparano ad aiutare gli altri. Le principesse rispettono la propria famiglia. Le principesse ballano.

Ma le principesse fanno anche errori. Le principesse possono avere un momento di debolezza. Disubbidire pure.

Le principessine possono crescere anche in una famiglia allargata. Trovare il proprio posto in un ambiente estraneo. Farsi spazio tra due culture, tra vari livelli sociali, tra tradizioni e protocolli.

Le principesse sono proprio come noi. Questo il messaggio veicolato dal cartone animato di Disney Junior ed ecco perché piace così tanto a piccoli e grandi.

Ai miei tempi (oddio non sono poi così “âgée”) le principesse venivano spesso viste con cattivo occhio dalle “mamme-di-femine”, colpevoli di illudere le bambine e far credere loro in un mondo fin troppo edulcorato.

Alle mamme di oggi piace Sofia perché è autentica. Vera. Una “principessa della porta accanto” che trasmette valori e sincerità.

E io lo ammetto… Se ho fortemente insistito per avere quel canale a casa, non è soltanto per Poussinou. E’ vero. A me Disney Junior piace e se non avessi già sorpassato i trenta, quasi quasi avrei mandato anch’io la mia foto con la speranza di vedermi fare gli auguri a settembre.

Tante sono le iniziative del canale, come  appunto, la possibilità di vincere una giornata da favola, come quella trascorsa sabato scorso.

Iniziative in grado di riempire di stelle gli occhi dei bambini, e di riflesso quelli delle loro mamme.

E scusate se è poco.

Ah. Noi ci siamo diplomate eh!

Siamo ufficialmente delle VERE principesse.