Ma nonostante tutto non fili sempre liscio, rimango convinta che il più bel regalo che possa fare ai miei figli è quello di un fratello.
Non potremo poi forse viaggiare attraverso il mondo. Forse non andremo mai ai Caraibi. Ma poco importa. Siamo molto più ricchi di così. A modo nostro.
Domenica scorsa a casa regnava quel velo di nostalgia che caratterizza la fine delle vacanze di Natale. Quella malinconia che ti lascia impotente, tirata da una parte dalla voglia di smantellare l’albero e ogni addobbo ora superfluo, anzi, fastidioso, mentre dall’altra parte si rimane paralizzati solo al pensiero di spegnere tutte quelle luci.
E nonostante Natale sia “roba mia”, nonostante sia io quella che esagera con decorazioni, lucine messaggi sparsi, ho notato anche in Lui quella stessa tristezza post feste di fine anno. Così abbiamo spento le luci ma lasciato tutto li. E siamo usciti.
Siamo andati a pranzare fuori in uno di quei ristoranti pizzeria, quelli “alla buona” con la tovaglia di stoffa, la caraffa dell’acqua, il forno a legna e quei pezzi di focaccia offerti dalla casa.
Eravamo noi quattro. Jules era persino di buon umore. Stavano bene quando…
Tra un racconto e una risata Sophia mi guarda.
«Lo sai mamma, ieri nel letto ho pianto tanto.»
«E perché?»
«Perché non voglio che quando io sarò molto vecchia e poi morirò, morirai anche tu.»
«Non morirai anche tu vero?»
Ecco. Eccola lì. Ecco la domanda che temevo da anni.
In quel momento avevo due scelte. Edulcorare la realtà, dirle quello che avrebbe voluto sentire oppure dirle semplicemente la verità.
«Eh sì Sophia. La normalità delle cose vuole che io muoia prima di te. Tra tanto tempo però. Quando tu sarai già vecchietta. Ancora abbiamo un sacco di cose da fare insieme.»
Ma non era convinta.
«Sarà tra tanto tempo! Prima ancora devi crescere, studiare, lavorare, viaggiare! Ti devi laureare, andare all’università, innamorarti tante volte, sbagliare pure e scegliere poi la strada che vuoi tu. E poi sai, tu non sarai sola. Avrai magari un marito, un fidanzato, magari dei figli, dei nipoti…»
«Ma mamma… è tutta gente che non conosco!»
«Vero. Per ora no, ma li amerai davvero tanto un giorno. E poi Sophia, tu con te, sempre, avrai Jules per tenerti la mano. Voi due dovrete aiutarvi e sostenervi sempre a vicenda. Per questo è bellissimo avere un fratello. Lui per te ci sarà sempre. E dovrai esserci anche tu per lui. Vi aiuterete e riderete. Un sacco!»
Ed è così che le tornò il sorriso.
Anche a me. E ancora non mi è passato.
Da questa storia però una cosa ho imparato anch’io… dovrei cercare di avere il sonno più leggero!
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Anita
9 Gennaio 2018WoW questo tuo post fa riflettere molto, specialmente a chi come si fa prendere dalla paura di non farcela.
elise
10 Gennaio 2018Guarda io non ho paura… sono terrorizzata a dir il vero. E mi faccio molto velocemente prendere dall’ansia. Dall’altra parte però ricordo che spesso da bambina mi svegliavo di notte piangendo per le stesse paure. Ho risposto come mia mamma rispondeva a me. E sono felice che sappia di non essere sola. Mai. Ci saranno alcune persone che sceglierà di avere accanto, altro invece che sono anche loro un pezzo di noi.