in Educazione

Censurare i cartoni Disney: siete d’accordo?

  • 21 Ottobre 2018
  • By elise
  • 0 Comments
Censurare i cartoni Disney: siete d’accordo?

A riaccendere il dibattito sulle (spesso) tanto chiacchierate principesse Disney è l’attrice Keira Knightley che dichiara nel corso di un’intervista di aver vietato La Sirenetta e Cenerentola alla propria figlia.

“Cenerentola aspetta di essere salvata dal principe ricco, mentre, parlando di Ariel, non credo che nessuna donna dovrebbe rinunciare alla propria voce per un uomo” dice Keira.

Principesse Disney: eroine o un danno per il femminismo?

Io spesso mi chiedo se sono io ad essere una mamma inadeguata, vecchio stile o peggio, troppo ingenua. Mi considero di larghe vedute – almeno lo spero – eppure sono cresciuta cullata dalle principesse Disney e non, inondata di Barbie. Colgo l’occasione per dire che personalmente, ho vissuto malissimo ogni cambiamento della famosa bambola di plastica. Modifiche volute da mamme agguerrite che hanno lottato per una versione dalle proporzioni più verosimili alla realtà.

Sarà strano, ma da bambina ho sempre considerato Barbie, appunto, una bambola. Non ho mai ambito a diventare così (da grande) nonostante tuttora ripenso a Barbie Hawaii con una certa stretta al cuore.

Ma le gambe di gomma anche no, dai.

Per me Barbie ha i capelli cotonati, la testa fragile oppure avvitata a malo modo su un povero collo dal quale si cercava disperatamente di estrarre la famosa pallina di plastica, le braccia rigide, la mano masticata da cane, i piedi masticati dalla sorelline, è un compagno, Ken, sempre nudo perché i vestiti venivano immediatamente smarriti ma mai ricomprati per la componente maschile (per lo shopping priorità alle donne!)

Da bambina una maestra aveva scritto sulla mia pagella “Élise è spesso troppo nel suo mondo. Dovrebbe pensare di meno alle principesse“. E oggi quando sento mamme che si preoccupano seriamente per bambini un po’ distratti mi scappa un sorriso.

Sono bambini, se non sognano ora, quando?

Mia figlia ha voluto saper tutto ma proprio tutto sulle famiglie reali di tutto il mondo. Buckingham Palace non ha più alcun segreto per lei, e potrebbe disegnare l’albero genealogico dei Reali inglesi ad occhi chiusi.

È forse un problema?

Mi sono espressa più volte sul tema degli stereotipi di genere e ribadisco la mia posizione. È un tema importante ma spinoso, con varie sfumature.

Mai mi sognerei di spingere i miei figli a modificare i loro giochi e gusti per uniformarli. Entrambi sanno che potranno fare ciò che desiderano di più, e giocare con quello che vogliono: a casa nostra non esistono giochi da maschio e giochi da femmine. Solo giochi da bambini da condividere.

Sophia passa maggior parte del suo tempo a vestirsi da principessa, provare i suoi trucchi e giocare alla ballerina eppure in famiglia e l’unica, assieme a suo padre a non perdersi una partita dell’Inter.

Jules ha una passione sfegatata per le macchine, ma adora giocare alla cucina, nonché accaparrarsi delle bambole della sorella.

Io per scelta non ho mai e poi mai censurato nessun cartone a miei figli.

Perché io, a casa, non censuro nulla

Oggi si cerca sempre di più una versione perfetta del figlio perfetto. Cerchiamo attività alternative, un’alimentazione perfetta, evitiamo un determinato linguaggio e censuriamo molto per renderli persino migliori e più liberi.

Ma non è un controsenso?

Nel mio mondo ideale, i miei figli saranno in grado di pensare, riflettere da soli, farsi le proprie idee ed esprimere le proprie opinioni.

E questo dovrà valere sia per il maschio che per la femmina.

Eroine e principesse Disney: perché ci piacciono?

Elsa. Donna indipendente e forte pronta a sacrificarsi non per un uomo ma per una sorella. La frase del film che più mi è piaciuta? “Non si sposa un uomo che si conosce appena!” (Principesse arrendevoli e ingenue? Anche no)

Vaiana. Determinazione, coraggio con un senso fortissimo della famiglia e un gran rispetto per le proprie origini.

Rapunzel. Aspetterà anche di affidarsi ad un uomo per essere salvata dalla sua torre-prigione, ma sarà lei a far il primo passo e a chiedere a lui di sposarla.

Belle. Anche lei incarna il sacrificio. Ma a suo modo trasmette anche l’immagine di una donna colta, amante della lettura, e che preferisce l’intelletto e la cultura ad un ammasso di muscoli.

Jasmine. Rifiuterà centinaia di pretendenti ricchi e famosi per scegliere di seguire il suo cuore non lasciando nessuno prendere le proprie decisioni al posto suo.

E ora veniamo alle principesse “incriminate”.

Cenerentola. “Nessuna donna dovrebbe aspettare l’uomo ricco per salvarsi. Salvatevi da sole” dice Keira. Verissimo, eppure Cenerentola non mi sembra così arrendevole decidendo poi di lottare per preservare la propria felicità. A mio umile parere, Cenerentola incarna anche la perseveranza e il non arrendersi mai davanti a quanto più di difficile possa metterti davanti la vita. Suggerisco anche la visione del film con Lily James che sia io che Sophia abbiamo apprezzato moltissimo.

Ariel. Vero, accetterà anche di rinunciare alla sua bellissima voce (da bambina era quello che in effetti mi disturbava di più nonostante sia stato per anni il mio film Disney preferito) ma Ariel è anche un modello di indipendenza e determinazione. Un animo ribelle, pronta a disobbedire senza guardare nessuno, pur di riuscire a realizzare il suo sogno. Per me Ariel è un po’ la figlia che manda a quel paese i genitori iperprotettivi per partire in Erasmus all’altro estremo del globo. Ecco. Mettiamola così.

Per concludere (anche se potrei discutere della questione per giorni) dico che no, Keira, io non sono d’accordo. Perché non provare a lasciare i nostri figli (non solo figlie) liberi di sognare e farsi DA SOLI le proprie idee? Perché anziché censurare, non guardare i film Disney con loro e provare ad interrogarli per capire ciò che pensano davvero, ciò che avranno trattenuto di quella storia?

By the way, io tutt’ora non trattengo le lacrime al finale della Sirenetta. Immedesimando nel padre che a malincuore decide di lasciare la figlia libera di scegliere, libera di vivere la vita che lei stessa si è scelta.

Una principessa in disaccordo con l’emancipazione femminile? Non credo.

By elise, 21 Ottobre 2018
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Social Networks
About Me
Colleziono borse, a mano o sotto gli occhi. Le marinière sono la mia Madeleine de Proust e il tulle una filosofia di vita!
Seguimi su Google+
Pinterest
Contatti

Per info e/o collaborazioni, scrivete a Fulvio Aniello

Per contattarmi personalmente, scrivete a Elise Lefort

Instagram API currently not available.